OMEGA P-29, 1905
Calcolatrice manuale a cursori
S.G.D.G. – ADDIATOR, 1920
La Addiator del 1920 e molte altre calcolatrici tascabili sono dette aritmografi
Monroe-Gardner 209, 1924
Addizionatrice manuale scrivente
Monroe K-200, 1924
Calcolatrice manuale non scrivente
REMINGTON 23, 1927
Fatturatrice elettrica
ASTRA – Modello 12, 1929
Addizionatrice elettrica scrivente
Monroe LA 160, 1930
Calcolatrice manuale non scrivente
PRODUX, 1935
Moltiplicatrice tascabile a cursori
ADDI-CALCO – 46/47, 1946
Addizionatrice meccanica manuale
OLIVETTI – DIVISUMMA 14, 1947
Calcolatrice elettrica scrivente
CURTA TYPE I, 1948
Moltiplicatrice tascabile meccanica
OLIVETTI – SUMMA 15, 1949
Addizionatrice manuale scrivente
MARCHANT – FIGUREMATIC, 1953
Calcolatrice elettrica non scrivente
Facit – CA 1-13, 1956
Calcolatrice elettrica non scrivente
OLIVETTI – TETRACTYS, 1956
Calcolatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – DIVISUMMA 24, 1956
Calcolatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – TETRACTYS CR, 1956
Calcolatrice elettrica scrivente a carrello
OLIVETTI – ELETTROSUMMA 22, 1958
Addizionatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – MULTISUMMA 22, 1958
Moltiplicatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – AUDIT 513, 1959
Contabile elettrica superautomatica
LAGOMARSINO – Totalia 8641, 1959
Moltiplicatrice elettrica scrivente
Lagomarsino – NUMERIA 5301, 1960
Calcolatrice manuale non scrivente
OLIVETTI – SUMMA QUANTA 20, 1961
Addizionatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – ELETTROSUMMA 20, 1963
Addizionatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – MULTISUMMA 20, 1964
Moltiplicatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – ELETTROSUMMA 23, 1966
Moltiplicatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – DIVISUMMA 26 GT, 1967
Calcolatrice elettrica scrivente
OLIVETTI – LOGOS 27-2, 1967
Calcolatrice elettrica scrivente
La sezione è dedicata a Natale Capellaro (1902-1977), il progettista inventore assunto come apprendista operaio e divenuto Direttore Generale Tecnico della Olivetti.
Il primo computer usato dall’uomo è senza dubbio la mano. Grazie alle mani, gli Egiziani riescono a rappresentare tutti i numeri sino a 9.999, ed erano in grado di eseguire addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e anche calcoli più complessi. Il termine inglese “digit” (cifra), oggi tanto usato, deriva proprio dalla parola latina digitus, “dito”.
Nell’antichità, solitamente, i calcoli vengono fatti con bastoncini, pietruzze, aste con tacche e cordicelle con nodi. L’abaco è il progenitore del più moderno pallottoliere e pare abbia più di 5000 anni. La parola viene dal semitico “abq”, che significa polvere, sabbia. Non si sa quale popolo abbia inventato questa potente macchina calcolatrice, forse i Babilonesi: gli esemplari a nostra disposizione, e che appartennero ai Maya, Egiziani, Cinesi, Romani, hanno più di 2000 anni.
L’abaco è lo strumento utilizzato per permettere uno svolgimento facilitato dei calcoli: è costituito generalmente da una struttura di legno con aste metalliche, su cui vengono poste palline colorate che servono per la conta. E’ attualmente utilizzato per il primo insegnamento dei calcoli matematici ai bambini.
Il primo prototipo di calcolatrice, detto Orologio Calcolatore, si ha nel 1623, ad opera dello scienziato tedesco Schickard. Circa vent’anni dopo, il matematico francese Blaise Pascal inventa un apparecchio in grado di svolgere soltanto addizioni e che prende il nome di Pascalina. Poco più tardi ancora, il tedesco Leibniz realizza un calcolatore in grado di compiere anche le moltiplicazioni e che servirà da guida per tutti coloro che si cimenteranno, nel secolo seguente, nella realizzazione di calcolatrici più avanzate.
Di grande rilievo l’invenzione di Dorr Felt, che a fine Ottocento realizza la prima addizionatrice a tasti, detta Comptometer, ed una calcolatrice scrivente, la Comptograph. Il ventesimo secolo è il periodo più fecondo per la calcolatrice. La tecnologia compie grandi passi, le calcolatrici iniziano ad essere dotate di motore elettrico e sono in grado di svolgere le quattro operazioni di base.
Per avere maggiori informazioni, riferimenti temporali e notizie sui contesti tecnologici in cui si collocano le macchine esposte presso il Laboratorio Museo Tecnologic@mente, si consiglia la lettura della nota: “La macchina da calocolo: storia breve”.